Caramagna e l'acqua
Scarse sono le notizie che abbiamo su Caramagna. Le fonti d'archivio ci parlano perlopiù di pozzi da cui la popolazione ricavava l'acqua potabile, nessuna fontana o lavatoio deve essere esistita fino al secondo dopoguerra, periodo in cui vennero potenziati gli acquedotti delle frazioni.
Un pozzo dovette essere scavato a Cantalupo , presso la borgata Ricci, nel 1868. La profondità prevista era di 7 m, per una larghezza esterna di 3,50 m. la spesa preventivata ammontava a 139,72£.
Un altro pozzo venne scavato lo stesso anno nella proprietà di Vassallo Giuseppe. La buca a forma di cono tronco rovesciato, doveva raggiungere il diametro di fondo di 2,50 m con un parapetto alto 0,75 m.
Solo nel 1911 si parla di un pozzo da scavare in borgata Caramagnetta (borgata da pochi anni acquisita dal comune di Piani).
I consiglieri Lagorio Bartolomeo e Acquarone Giuseppe, su mandato della giunta, espongono il loro progetto di pozzo da eseguire su terreno privato al costo di 40£ al metro di profondità. A parte qualche laconico documento, nessun progetto ci è pervenuto di queste strutture.
Tuttavia la qualità dell'acqua non doveva essere costantemente buona, se nell'esame di un campione d'acqua del pozzo di Cantalupo eseguito il 2/05/1907 (dopo averlo già svolto nel gennaio dello stesso anno), il dottor Gentile di Porto Maurizio si esprimeva con queste parole:
[…] persistendo una quantità forte di cloruri, nitriti, nitrati, sostanze organiche e insufficiente limpidezza, il sottoscritto dichiara l'acqua suddetta non potabile.
Nel 1918 Caramagna risultava provvista di quattro sorgenti ritenute potabili: la sorgente ricca, la sorgente Colle e le due sorgenti Orti superiore e inferiore.
Purtroppo il fascicolo “acqua potabile” non ci informa su ulteriori lavori anche se in quegli anni alla fine della Grande Guerra viene ventilata l'ipotesi di allacciarsi all'acquedotto Val Prino.
Lavatoio di Caramagna Soprana
Il lavatoio della borgata superiore (Caramagna Soprana) era situato immediatamente sotto il ponte d'ingresso al paese. Di esso però oggi non rimane nulla, il suo posto è occupato da un garage privato. Le fonti non ci illuminano sulla sua costruzione e anche le circostanze che hanno portato alla demolizione sono a dir poco oscure. Un articolo del quotidiano "La Stampa" datato 28 luglio 1996, ci informa che il lavatoio della borgata è stato posto sotto sequestro dall'allora esistente Corpo Forestale. Un artigiano 43enne residente nella zona parrebbe essersi appropriato della struttura del tutto abusivamente, costruendo attorno alla vasca un muro di mattoni rossi. Il tutto però senza chiedere le necessarie autorizzazioni al Comune, ente proprietario del bene. Tuttavia nessun altra informazione riporta il quotidiano torinese e il destino del lavatoio successivamente rimane un mistero. Si può comunque ipotizzare che una volta conclusa l'inchiesta il bene sia stato ceduto al privato che l'ha immediatamente demolito per costruire il proprio garage.
L'antico mulino della frazione (oggi ristrutturato ed adibito a residence), conserva invece un interessantissimo lavatoio in pietra a servizio probabilmente della famiglia del mugnaio. Si compone di una vasca in pietra che veniva alimentata da una sorgente locale, la cui acqua veniva usata anche per usi domestici come testmoniano i ferri per appoggiare il secchio. Pochi anni fa è stato completamente ristrutturato in contemporanea col recupero del mulino.
Lavatoio di Caramagna Baccan
Il lavatoio delle Case Baccan è costruito secondo lo stesso modello di borgata Sant'Agata. Pur essendo in degrado è visibile ancora oggi in un vicolo che scende verso il torrente. Lo possiamo vedere nella foto sopra.
Lavatoio di Caramagnetta
Il lavatoio di Caramagnetta esiste ancora oggi ed è in buone condizioni di salute. Di concezione molto semplice, è stato realizzato in tempi abbastanza recenti. Una relazione dei vigili urbani degli anni '70 sui lavatoi frazionali stranamente non lo riporta, anche se probabilmente si tratta di una dimenticanza.
Lavatoio di Cantalupo
Il lavatoio di Cantalupo era situato nella parte bassa del paese, poco prima dell'ingresso a borgata Ricci. La struttura era interamente in cemento armato e secondo testimonianze orali aveva almeno 4 vasche (il progetto manca nelle carte d'archivio). Si può però supporre ricalcasse lo stesso modello della vicina Caramagna Baccan. Nel 1996 la sconsiderata gestione dei beni pubblici perpetrata dall'amministrazione di Davide Berio ha deciso di alienare diversi beni demaniali, tra cui il lavatoio della frazione che oggi è divenuto un garage a servizio dei residenti (La Stampa del 24-11-1996). Al suo interno non sembrano sussistere tracce delle vecchie vasche.
Lavatoio di via Marte (privato)
Trogolo privato a servizio di un'abitazione in regione Marte (fonte: Google Maps)